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Nel servizio del Sole 24 Ore (11 marzo) il completamento dell’autostrada Valdastico è inserita in un elenco di opere che sarebbero strategiche per rilanciare l’Italia in una fase di crisi economica mondiale.
È l’eterna lotta sulle visioni dello sviluppo: da una parte chi spinge per le grandi opere e dall’altra chi fa notare gli effetti collaterali, sulla salute e sull’ambiente. È il caso dello scontro sul Tav (i treni ad alta velocità), che dovrebbe attraversare la Val di Susa.
«Intanto la Valdastico Sud - si legge - è in costruzione; il cantiere si è aperto nel febbraio 2005; a giugno dovrebbe essere inaugurato il primo tratto».



Trento, 12 marzo 2012
VALDASTICO: «Progetto degli anni ’60: superato»
Contrario Roberto Bombarda, consigliere provinciale ambientalista

da l’Adige di lunedì 12 marzo 2012

«Vogliamo veramente  affrontare la crisi economica con un progetto che era stato pensato negli anni sessanta?». Roberto Bombarda, consigliere provinciale ambientalista, risponde con una domanda alla questione riguardante la Valdastico.

Si dice stupito da chi sostiene la necessità del completamento del collegamento autostradale.

 «Che senso ha? Ma c’è sul serio qualcuno che crede di poter indicare quest’opera quale soluzione alle difficoltà economiche? Non è così che si può far ripartire il Paese». Bombarda dice che se proprio si vuol parlare di impegno dell’ente pubblico nel difficile compito di dare una mano alle imprese in difficoltà «ci sono mille altri settori su cui si può lavorare».

Parla dell’importanza della ferrovia, che è il presente in Europa e il futuro in Italia: «E poi i soldi della Provincia si devono tradurre in servizi prioritari: opere che, sommate, possono generare una somma di investimento decisamente superiore a quella della Valdastico».

A cosa pensa in particolare? «Oltre agli investimenti nella rotaia penso all’edilizia abitativa per le famiglie che hanno bisogno. E poi penso ai servizi, altro che asfalto. Siamo già in forte ritardo».

Bombarda rincara la dose: «C’è da rimanere stupefatti da questa “soluzione” tecnico-viabilistica: un progetto vecchio con cui si vorrebbero risolvere i problemi dell’Italia di oggi».

Insomma, secondo il consigliere ambientalista, la Provincia dovrebbe occuparsi di ben altro. «La Provincia negli ultimi anni ha speso più di un miliardo di euro in opere stradali. Ha programmato la spesa di un altro mezzo miliardo nei prossimi cinque anni. Non mi pare che il Trentino autonomo si tiri indietro quando si tratta di investire in asfalto. Ma siamo certi che, in questo momento storico, con le famiglie che devono fare i conti con i servizi all’infanzia o la scuola, la cosa su cui investire denaro pubblico sia il collegamento della Valdastico?».

E al presidente degli artigiani cosa si sente di dire? «Che l’interporto di Trento va più che bene. Non parlerebbe così se fosse presidente dell’A22. Perché dovremmo portare soldi alla Serenissima?».

 

     

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